Il cielo è piovoso, le scarpe scivolano per la recente nevicata e il freddo si fa sentire...ma questa è una serata speciale: nell’antico borgo di Varzi si rievocheranno le antiche strade dei nostri antenati, si illustreranno avvenimenti e immagini della nostra storia, condivideremo le novità sugli studi che hanno impegnato in questi ultimi anni l’autore. Non c’è maltempo che tenga, si parte.
All’incontro che si è tenuto presso la sala della Casa di Riposo di Varzi, sono presenti, oltre all’autore Fiorenzo De Battisiti, l’Assessore Provinciale al Turismo e alle Attività Termali Renata Crotti, il Professore emerito dell’Università di Pavia Ettore Cau, il dottor Bruno Bellazzi e, a fare gli onori di casa, il Sindaco di Varzi Ernesto Querciolli.
Il pubblico è abbondante e davvero molto motivato e interessato.
Il Sindaco ha introdotto il lavoro di De Battisiti facendo riferimento ai suoi ricordi d’infanzia, ai sentieri delle valli, percorse chissà quante volte, testimonianza di antiche vie e di tratti di comunicazione in parte oggi scomparsi e modificati. Riflette sull’importanza di un lavoro come quello di Fiorenzo che permette di arricchire tutti di un tassello della propria storia e di diffondere la cultura della propria identità per chi ha da sempre abitato queste zone e consente di conoscere a fondo un nuovo territorio per chi vi si avvicina attirato dalla sua bellezza e tipicità. Inoltre, vengono ricordati gli sforzi dell’Amministrazione Comunale volti al ripristino presso l’Archivio di Varzi dei preziosi documenti dell’Archivio Malaspina.
La parola passa all’assessore Crotti che, dopo aver valorizzato l’importanza dell’opera in veste di rappresentante della Provincia di Pavia, passa ad interessanti e approfondite considerazioni sui contenuti del volume come storica del medioevo. L’assessore ricorda quanto sia importante fare storia anche fuori dalle aule accademiche per permettere che lo studio del passato sia trasmesso a chi vive un determinato luogo per poter “dare un’anima” al territorio. Viene sottolineato il valore dell’opera di De Battisti in quanto si occupa di una zona, quella di Varzi e delle valli limitrofe, geograficamente ridotta, ma che da secoli è stata uno snodo fondamentale per i commerci e per le vie di comunicazione. In passato, in qualità di ricercatrice e docente presso l’Università di Pavia, Renata Crotti si è occupata della viabilità durante il medioevo e la sua competenza è anche messa in pratica in quanto attualmente è nella commissione dell’Associazione Europea delle Vie Francigene e sono in corso importanti progetti internazionali per la valorizzazione delle antiche vie di pellegrinaggio della provincia di Pavia.
Il professor Ettore Cau compie un’analisi riguardante gli storici che si sono occupati dello studio dell’Oltrepò. Tra gli altri vengono citati Guagnini, Cammarata, Lusuardi Siena, Forzatti Golia, la stessa Crotti, De Angelis Cappabianca a cui viene aggiunto a pieno titolo anche De Battisti. Cau fa notare come il nostro territorio sia oggetto di ricerca storica da parte di numerosi studiosi che si occupano di esplorare ambiti che in parte sono ancora inediti e di quanto sia necessario avere curiosità e intuizioni, come nel caso di Fiorenzo, che permettano di realizzare nuove scoperte attraverso le carte d’archivio.
Fiorenzo De Battsiti si occupa di spiegare i contenuti del volume il cui argomento è la viabilità legata al commercio e al pellegrinaggio nella Valle Staffora e nelle zone limitrofe, dal vogherese alla Liguria. Il volume percorre in modo analitico la storia della viabilità dagli insediamenti dei Liguri, che occupavano prevalentemente i crinali, passando attraverso il periodo romano, al medioevo, fino ad arrivare all’epoca moderna. Inevitabilmente, Fiorenzo si sofferma sull’esame dell’influenza del grande centro monastico di Bobbio che con la sua importanza crescente ha determinato i cambiamenti del sistema viario della zona.
La Valle Staffora, spiega De Battisti, è percorsa nel medioevo anche dai pellegrini che dal Nord Europa si dirigevano verso Roma e sceglievano una strada alternativa al più noto cammino in pianura. Un tratto della Via Francigena, finora sconosciuto, inizia così ad essere portato all’attenzione del pubblico. I vari xenòdochi sparsi sul territorio sono analizzato in maniera approfondita e sono una fonte indispensabile per poter tracciare le antiche vie. Varzi, per il commercio e per i pellegrinaggi, viene a trovarsi nell’incrocio chiave che ne determinò l’importanza strategica.
Il lavoro di De Battisti è particolarmente prezioso e unico poiché combina i risultati di ricerche d’archivio e di studi direttamente sul campo unendoli alla conoscenza profonda del territorio che soltanto chi vi vive da sempre può apportare.
L’incontro si conclude con la spiegazione e la visione di immagini di Bruno Bellazzi che ha illustrato il tipo di lavoro necessario per produrre le immagini che si trovano nel volume di De Battsiti. Antiche carte del XVII e XVIII secolo vengono sovrapposte con la più moderna tecnologia alle carte geografiche fornite da immagini spaziali della zona in esame.
Impressionante è constatare come la carta prodotta dall’ingegner Bergonio nel 1683 sia davvero molto precisa nell’indicare le strade e i crinali dei monti, cosa davvero non facile con gli strumenti dell’epoca. Bruno Bellazzi attraverso l’utilizzo di software recentissimi e dei GIS (Sistemi Informativi Geografici) ha sovrapposto la carta di Bergonio all’immagine spaziale georeferenziata e l’ha elaborata attraverso varie fasi, tra cui l’ortorettificazione, ed è infine stato possibile ottenerne una visualizzazione tridimensionale.