17 Settembre
Mattina fredda, da giacca in Gore Tex, pantaloni in pelle, guanti non proprio estivi e sottocasco. Il caldo torrido dell’estate è già un ricordo e tra breve, molti motociclisti metteranno in letargo le due ruote a favore del tepore dell’ambiente domestico, accompagnando le domeniche c on tazze di bevande calde, passando sonnolenti pomeriggi in relax sul divano con la coperta sulle gambe e magari, una stufa scoppiettante a scandire il respiro profondo di un sonno. Ma so già che, in qualche modo, non sarà così per me.
La Caly va che un piace con questo clima! Meglio di me. Come tutte le Guzzi di vecchio stampo, nella stagione calda e nei giorni torridi, dal suo motore escono rumori nuovi, diversi di volta in volta e, in alcune occasioni, ti fanno preoccupare ma, come accade sempre, è solo il modo di esprimere la loro scarsa propensione al caldo. Un motore “invernale” oso scrivere…
Con me, in questa giornata prossima all’autunnalo, ci sono l'amico di sempre il Gio, ed un biker poco più che ventenne, Richy, con la sua Africa Twin nata da poco da mamma Honda. Non prendetemi per anziano, ma sotto alcuni punti di vista mi ricorda un First di alcuni anni fa. Tanta voglia di moto e di viaggi.
Come in molte altre occasioni, la nostra meta è un luogo montano; La Val Soana, sulle Alpi Graie, una delle tanti valli sconosciute dalla massa che però merita per la sua particolare bellezza e tranquillità.
Dopo aver divorato un tratto di autostrada, una colazione ristoratrice in autogrill con croissant e cappuccio.. Medio?!!! (lo faranno anche da litro?) Le nostre due ruote salgono lungo una via aggrappata alla montagna, tra curve tornati, con tratti stretti tra le mura di piccoli borghi, ombreggiata in molti punti da boschi di castagni, dai quali provengono profumate essenze di fungi, muschi e erba umida di pioggia. Questa zona in questi ultimi giorni sono state bagnate bene.
Ci lasciamo alle spalle i comuni di Ingra e Ronco Canavese, con le loro case in legno, pietra e mattoni affacciate, sulle vie infreddolite da questo improvviso sbalzo di temperatura. Con i pochi passanti della domenica avvolti nei loro giacconi ripescati velocemente dall'armadio che osservano il nostro rombante passaggio privi di ogni invidia.
Raggiungiamo Valprato Soana.
Da qui la strada si dirama in due: Da una parte si può raggiungere Campiglia Sona e dall'altra, la remota frazione di Pianprato a 1550 metri di altitudine. Arbitrariamente decido per la prima e gli altri mi seguono.
Arriviamo prima Campiglia, dove parcheggiamo le nostre moto in un piazzale. La Caly questa mattina pare tranquilla. Appollaiata sul suo cavalletto centrale, si gode il panorama di queste montagne ricoperte da un leggero strato di neve sulle vette più alte. Decido di seguire gli amici Gio e Richy verso un ponte in legno sul torrente. Quattro passi fan sempre bene. Porto con me la mia fedele Canon, per rubare come sempre, immagini dei luoghi che visito ma, ahimè, noto al primo scatto, di aver fatto un bella cavolata... Ho lasciato la scheda di memoria nel pc a casa.
Le provo tutte. Ma di far foto non se ne parla. I miei compagni di viaggio cominciano a prendermi in giro: adesso chi fa il reportage? First! Non bere più la sera… e quando ritorno avvilito al parcheggio anche, la Caly si fa beffe di me. Ride battendo il cavalletto laterale come se fosse una mano, sull'asfalto. Ha persino le lacrime al fanale.
Sciocca!
Si ritorna in sella e scendiamo di nuovo verso Valprato, per prendere la strada che conduce a Pianprato. La carreggiata qui sale vertiginosa, 18% di pendenza. Affrontiamo tornati, curve bravi rettifili, dove fanno capolino piccole case, chiese pitturate a nuovo, boschi e prati verdi, fino a raggiungere la località di Pianprato, dove la carrozzabile asfaltata finisce ed inizia la tranquillità di chi ci vive.
E’ quasi mezzodì. Prima di infilare le nostre gambe sotto il tavolo e deliziarci con prelibatezze montane, facciamo due passi per goderci questo posto da cartolina, abbracciato dalle Alpi, dove vacche al pascolo intonano la loro melodia suon di campanacci e muggiti. Mi accontento di quatto foto scattate con il telefono e noto che la Caly sogghigna come se fosse Muttley, ed io Dastardley, personaggi di un noto catoon di Hanna e Barbera, ogni volta che imposto il telefono per uno scatto. La Vegliarda... lancia occhiate divertite anche alle altre due moto. Si sta proprio divertendo a vedermi in difficoltà.
Dopo aver riempito lo stomaco, prima di partire facciamo quattro chiacchiere a fianco delle moto nel piazzale: Raccontiamo alcuni episodi di giri precedenti. Parliamo delle nostre moto. Ci prendiamo un pò in giro.. e Richy, mi confida che a lui piacerebbe vivere in un posto come Pianprato. Non posso dargli torto! Ha tanta voglia di viaggiare e scoprire tanti luoghi a cavallo della sua due ruote, ma ama i luoghi tranquilli. Mi racconta del suo viaggetto in Olanda di poco meno di un mese fa, con la sua ragazza ed un cugino. Una bella esperienza, vissuta chilometro dopo chilometro, come se fosse un avventura, scoprendo, imparando. Non vede l'ora di ripartire per un altro viaggio. Vorrei che continuasse a raccontare ma comincia a scendere qualcosa dal cielo diventato grigio e tra le gocce d’acqua, c’è qualcosa di gelato. Rapidi montiamo in sella.
Mentre ritorniamo a valle, accompagnati da una pioggia fitta, penso a quello che mi ha detto Richy: anche lui come me, piacerebbe vivere in un posto lontano dal mondo. Sarà la particolarità di alcuni viaggiatori? Penso alla sua voglia di scoperta, la stessa che ha spinto me a viaggiare. Da una parte lo invidio... come mi piacerebbe ricominciare da capo! Ma con la sua età. Magari partendo dall'Olanda, uno dei pochi paesi che non ho mai attraversato in moto in Europa.
E si First… Ne hai vissute d’esperienze in moto e poi le hai condivise attraverso report e racconti. Sei contento di sapere che qualcuno ha ancora voglia di sognare, fare esperienze e condividerle ma, soprattutto viverle. Per fortuna ci sono ancora persone che non fanno scorerre la vita solo su uno schermo piatto.
Foto scattate con il cellulare (qualità scadente)
Foto di repertorio (Marzo 2017)