Avevo voglia di vedere panorami bellissimi. Avevo voglia di perdermi nei ricordi. Le previsioni meteo per questo week end, fin dall'inizio settimana non erano bruttissime.. qualche nebbia ma generalmente sereno al nord. Un occasione da prendere al volo e andare in una zona a me cara, pregna di ricordi di gioventù, sconosciuta al turismo di massa dove la vita delle persone è ancora stranamente, scandita dal ritmo delle stagioni e dalla montagna. Avevo voglia di tornare dopo tanto tempo in Valchiusella, una valle chiusa nel cuore del Canavese sulle Alpi Graie a due passi dalla Val d'Aosta.
Un amico accetta il mio invito per un tour in valle. Appuntamento alle 9.30 alle porte di Mortara. Aria frizzante ma non fredda. Sole che fa capolini, come un dispettoso che si nasconde, tra la bruma mattutina riflettendo nell'atmosfera i suoi timidi raggi. Guzzi che fa un po' i capricci e rompe il cavo della frizione appena prima di partire da Mortara. Ma si dai.. perdoniamola! 15 minuti e tutto è sistemato.
Scorrono lungo il nastro d'asfalto paesaggi addormentati bagnati di rugiada. Il sole dopo Vercelli spende che è una meraviglia. Non sembra nemmeno di essere a Gennaio se non fosse per le cime delle Alpi imbiancate all'orizzonte che incorniciano un cielo di un azzurro intenso.
Caffè in un autogrill appena prima dello svincolo per Aosta lungo l'autostrada e poi via, verso l'uscita d'Ivrea, l'SS 11 per Cersole Reale, fino allo svincolo per la Valchiusella.
Serpeggiando tra le strade della valle, insidiose nei tratti all'ombra, la mia mente vaga nei ricordi di un First appena più che ventenne. In un periodo d'oro dove ogni occasione era buona per saltare in sella e salire quassù, nella casa di un amico per far baldoria e buttarsi nelle feste locali. La festa dei coscritti della leva dell'80, li conoscevamo tutti, i Capodanni, i carnevale e le feste d'estate. Troppo belle! Anche perché, l'ospitalità della gente delle valle era fantastica! E come non dimenticare l'amico e compagno di mille km in moto, li Gen! S'innamorò della valle e preso da un raptus di follia, rilevo un locale nel centro di Brosso uno dei tanti ridenti centri abitati della valle. Il locale fu un successo!
Ci fermiamo dalle parti di Trausella, appena dopo il ponte in ferro del Torrente Chiusella per rubare una foto con il panorama sullo sfondo aggrazziato dalle montagne bianche. Scendiamo dalle moto. Sopraggiunge un Panda. La signora al volante si ferma e ci chiede se deve farci una foto assieme alle moto. Tra una battuta e l'altra accettiamo. Parcheggia l'auto e scende, le passo la mia Canon e si mette alla ricerca del punto migliore dove scattare. Arrivano altre auto. Rallentano ci guardano e sorridono. Nessuno si azzarda a strombazzare! In un certo senso stiamo intralciando il traffico. Ma qui sembra non ci badi nessuno. Non sembrano malati della nostra frenesia che ci infastidisce anche quando un gatto nero attraversa la strada.
Saliamo ancora in sella direzione Traversella e Fondo, località posta a termine della carrozzabile con un panorama molto suggestivo. L'ultimo tratto di strada è all'ombra. Forse questa strada non lo vede neppure il sole in questa stagione, infatti, a due km dalla nostra destinazione, compaiono alcune lingue di ghiaccio sull'asfalto ed i lati della carreggiata si fanno bianchi. Giunti alla meta il paesaggio merita veramente. Il bellissimo ponte in pietra su Torrente Chiusella ed il piccolo borgo di Fondo appaiono in tutta la loro bellezza abbracciati da un candido manto di neve. Che meraviglia, che quiete!
Torniamo indietro. Attraversiamo di nuovo Traversella, Drugnacco e ci lasciamo alle spalle Vico Canavese attraverso le sue strettissime strade lastricate a pavé. Raggiungiamo Brosso e saliamo su fino alla sua chiesa. Lassù si trova il Balcone del Canavese da dove si gode di una meravigliosa vista della Pianura Padana.
Restiamo diversi minuti in ammirazione. Scatto un po' di foto. Poi scendiamo e torniamo a Vico dove ci facciamo tentare da un ristorante del centro. Pranzo delizioso accompagnato da un buon bicchiere di rosso e da una piacevole chiacchierata con due pensionati in “pausa pranzo”. Stavano tagliando legna ai piedi di un bosco questa mattina...
Ci raccontano della loro valle, della dura vita dei loro avi che un tempo lavoravano nelle miniere della zona. Qui si è estratto ferro fin dal medioevo ed a Traversella ha sede un museo dedicato alle miniere ed ai minatori della valle. Anche Quintino Sella ha lavorato da queste parti! I due si illuminano quando gli racconto dei miei trascorsi di gioventù nella loro valle. Tanto che, chiedono alla locandiera di praticarci uno conto. Siamo loro amici!
Quattro passi, un giro dentro la bellissima chiesetta e poi è giunta l'ora di girare le ruote verso casa.
Prima di buttarci nella nebbia Lomellina, sostiamo a Viverone, sulle sponde del suo lago. Seduti ad un tavolo di un bar, continuo a snocciolare i miei ricordi. Li racconto al mio amico. Magari l'annoio!
Oggi per me è stata una grande giornata! Una di quella che ricorderò per sempre. Non sono andato molto lontano, è vero. Ma viaggiare nei ricordi e tornare dove, in un certo senso, ti senti a casa tua è un viaggio bellissimo che speri di poter rifare prima o poi.