Ispirati dal libro di Fabrizio Capecchi "I Nostri Monti"
lunedì scorso, Anna ed io, abbiamo inforcato la fida Suzuki, destinazione
Monte Penna, un monte che non è il più alto di tutti, ma pare sia quello che ha il privilegio di aver dato il
nome a tutta una catena montuosa : gli Appennini.
Prima sosta a Castel San Giovanni, per salutare un conoscente e per un paio di cappuccini, e poi
Rivergaro, Ponte dell'Olio - e qui la strada diventa più bella e più da moto - indi Bettola, Ferriere,
Gambaro (piccola sosta per il castello malaspiniano), passo dello Zovallo (m.1405), passo del
Tomarlo (m.1462), e il passo del Chiodo. Qui siamo proprio sotto alla roccia massicia del monte Penna,
e si può vedere anche la punta chiamata "la Nave" (infatti sembra una nave...) Una sosta al Rifugio
Caserma del Monte Penna. D qui partono i sentieri per l'arrampicata (che abbiamo rimandato ad altra
occasione, per motivi di tempo.
Per il ritorno decidiamo di scendere a Rezzoaglio, e solo in paese scopriamo che la provinciale per Marsaglia
è da tempo interrotta per una frana (un cartello a monte no, vero?) Risaliamo allora a Santo Stefano (sosta per
il pieno ed un gelato
) e poi di nuovo giù verso la selvaggia val d'Aveto
a Marsaglia ci si inserice in val Trebbia. Ancora uno stop nella bella Bobbio, e poi Penice, Varzi, e casa.
Un giro - un po' impegnativo in termini di tempo - che ci è piaciuto.
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