Giri soliti, di quelli che non sai perchè, ma ti piace tornare là ed ogni volta, scoprire qualcosa di nuovo. Strade percorse e ripercorse. Paesi, frazioni che hai attraversato tante volte ed in ogni occasione, ti sei fatto strane idee sull'origine dei nomi di quei luoghi. Balmuccia, Scopa, Scopetta, Scopello.. sembrano ideati dalla fantasia contorta di un "Tinto Brass" della Valsesia che l'unico modo avuto a sua disposizone per diffondere le sue più nascoste fantasie, sia stato quello di dare nomi così. O forse, sono più malto io a pensarlo....
La zona famosa per la sua grande località sciistica, offre anche luoghi in vallette limitrofe dove i vacanzieri da sciolina e bombardino, non osano avventurarsi o neppure conoscono. Peccato per loro.
Proprio per questi luoghi io, la Caly fresca di forcelle rigenerate e gomma posteriore nuova, il Giò e un amico Vigevanese ci siamo dati appuntamento la mattina presto, nel parcking di un centro commerciale sulla circonvallazione di Trecate in provincia di Novara, dopo un pieno di benzina in distributore dai prezzi scontatissimi...
Timide risaie allagate, strade semideserte, gruppi di ciclisti impegnati nel loro giro d'Italia e qualche saluto biker ci hanno accompagnato fino a Varallo. Rapida salita su per la valle. Caffè al volo servito da allegra barista. Cime alte cha appaiono in tutta la loro bellezza ancora imbiancate e una sosta nel centro di Alagna Valsesia hanno scandito la mattinata. Poi... un piccolo languorino si è fatto sentire e, grazie all'esperienza degna di trip advisor del Giò, abbiamo raggiunto un rifugio a Sant'Antonio, piccolissimo paese in Valdobbia a pochi chilometri da Alagna. Due passi prima di pranzo per ammirare le casette Valser della piccola borgata. Commenti quasi scaramantici di fronte alla scritta della meridiana apposta sul campanile della chiesa che ricorda ai più distratti, che una di quelle ore potrebbe essere la propria.... Noi non ci siamo toccati. La Caly si....
Polenta concia e vino rosso come da tradizione di montagna. Quattro chiacchiere di fornte ad un fumante caffè. Neanche il tempo di digerire e ci siamo ritrovati di nuovo in sella direzione la Val Sermenza. Una volta raggiunto il lago artificiale di Rimasco, dove la strada si biforca per i paesi di Rima e Carcoforo, le nostre moto hanno deciso di salire prima a Rima. Nessuno ha osato contraddirle. I resti di un passaggio di una slavina accompagnano la carreggiata verso Rima, dove nel bar del paesello pittoresco, alcuni ospiti si stavano godendo la giornata di sole seduti sul terrazzo, ammirando il panorama mentre noi, restiamo colpiti dal sorriso della barista. Quando un sorriso è bello non si può non guardarlo...
Riprese le moto abbiamo raggiunto Carcoforo, paesino grazioso dove sulle pareti delle vecchie case, scritte in dialetto locale, ricordano a tutti chi vi abita e, dove svetta su tutte, in gara con il campanile, la torre di avvistamento che sembra quasi rubata da un castello. Acquisto abbondante di formaggi locali nella fattoria all'ingresso del paese prima di scendere a valle. Caly che gongola felice per l'uscita fuoriporta in luoghi montani di suo gradimento e per l'agilità ritrovata grazie alle sue forcelle ringiovanite. E si Vecchia bastarda! Una volta tanto sei così contenta che non trovi il tempo per muovere una critica nei mie confronti. Quasi, ammetto, mi dispiace...