Non volevo muovermi da casa oggi. Volevo starmene tranquillo evitando di regalere euri a pertolieri ed alle casse dello stato. Ma la giornata non era male! E poi è da un pezzo che non faccevo un giretto su qualche monte. L'inverno, i casini, la crisi, qualche acciacco e la moto in restauro hanno limitato le mie uscite in questi ultimi tempi e ahimè, lo faranno ancora. Frenerò i miei istinti e mi rifarò ques'estate... Forse.
Comunque oggi non riuscivo a stare a casa. Dovevo evadere, uscire dalle quattro mura di casa mia.
Così attorno alle 13.00, ho deciso di punto in bianco di saltare in sella alla mia fedelissima Guzzi e di raggiungere il Mottorone che tralaltro, non visito da circa 8 anni.
Solita inteminabile strada verso il Lago Maggiore. Solito immancabile casino. Ma poi, una volta presa la strada che conduce sù al Mottarone, la sinfonia è cambiata. Dal panorama lacustre rigoglioso di fresca primavera sono passato ad un panorama più triste. La primavera lassù non è ancora arrivata, gli alberi sono ancora in letargo ed i boschi sono ancora ricoperti da una coltre di foglie ruggini. Però è sempre bello seguire un itinerario srotolato lungo le vie di una montagna. Ti da una sensazione di pace, tranquillità e la tristezza se ne va danzando tra le curve dei tornati a ritmo del battito quasi cardiaco del motore.
Lassù il panorama non delude mai. Peccato che alcune nuvole dispettose hanno nascosto il sole. Ma due scatti comunque li ho fatti ugualmente. E si... la moto resta per me ancora la miglior medicina per diluire i cattivi pensieri e ricaricare le batterie. E come ogni volta che mi muovo in moto in primavera, non poteva mancare la pioggerellina finale sulla via del ritorno. Però ammetto.. l'ho apprezzata!