il castello di Nebbiolo sorgeva sulla cima di una collina della Valle Schizzola
La storiaAnticamente era chiamato anche Nibronno.
Nebbiolo è citato in un atto imperiale del 1110, apparteneva al Vescovo di Tortona. Federico Barbarossa glielo tolse e lo diede ai Pavesi, suoi amici.
Nebbiolo subì poi le battaglie tra i Visconti ed il Marchese del Monferrato, che lo prese e poi lo perse ad opera di Luchino Dal Verme, capitano dei Visconti, che ebbe anche l’incarico di riedificarlo.
Passò poi di proprietà ai Beccaria e poi ai Rovida di Milano.
Il romanzoNel 1819 lo scrittore Defendente Sacchi scrisse un romanzo che aveva per protagonisti il giovane figlio del signore di Nebbiolo, e la giovane figlia del signore di Stefenago. Una storia patetica, alla Giulietta e Romeo, che finiva tragicamente.
L’attuale situazioneSulla cima della collina, in posizione dominante e panoramica, probabilmente con i resti del castello era stata costruita una fattoria. Per molto tempo era poi rimasta abbandonata e cominciava a collassare su se stessa. Qualche anno fa è stata ricostruita e restaurata, e attualmente è una piacevole grossa casa di campagna.
Da notare anche che dalla parte alta del colle scende un sentiero che porta ad una piccola grotta che è conosciuta come la”Tana dell’Uomo Selvatico”
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