Lunedì 31/07 riesco ad organizzare un'uscita di off con Doss, e riesco anche a recuperare Norton, visto che al Travel Camp ci eravamo dati un impegno per una uscita nell'Oltrepo.
Ci incontriamo a Varzi, alle 10.00 dove ci aspetta, visto che noi arriviamo da Orio Litta.
Ho preparato un percorso che potrebbe essere interessante, faremo un tratto della via del Sale, con alcune deviazioni in programma.
Ho visionato alcune tracce ma non son riuscito a caricarle, vabbè, vediamo come si presentano, nel caso se per me sono troppo difficili, casomai faremo delle deviazioni; da Varzi e ritorno avevo preventivato 50 km di off e 40 di asfalto, sempre idee grandiose poi ridotte in modo drastico!
Partiamo da Varzi, ho visto una traccia che costeggiava lo Staffora, su cui mi perdo subito e decidiamo di dedicarci a salire a Castellaro per asfalto.
Mi sono stampato alcune mappe del percorso, così non dovremmo perderci molto e poi ho memorizzato il tutto, o almeno spero.
Superato Castellaro inizia il tratto in off, la mulattiera si presenta subito molto sassosa con sassi smossi e pietre che alle volte ostruiscono il percorso, che alterna tratti in piano ad tratti di una certa pendenza, troviamo anche qualche escursionista.
Cartelli indicatori ci permettono di mantenere la giusta traccia.
Arrivati davanti a noi si presenta un tratto in forte pendenza con le caratteristiche precedenti, l'affronto di slancio, ma sbaglio marcia e mi blocco a metà, e chi riparte più da qui!?
Fortunatamente subentra la squadra di spinta che mi permette di arrivare ad un tratto in piano, dove arrivo trafelato e mandido di sudore.
Norton, con la classe che lo contraddistingue, lemme lemme mi raggiunge, Doss con qualche difficoltà in più mi raggiunge.
Siamo riuniti tutti e 3.
ci guardiamo intorno, la mulattiera risale ora con forte pendenza con una serie di curve continue, abbiamo visionato il percorso a piedi.
Breve consulto, allora Meissner come la pensi? Si va avanti, io indietro non torno, scendere da dove sono salito mi farebbe cagare sotto!
Ritornando dalla perlustrazione sento i due confabulare, uno è ottimista mentre l'altro non è così sicuro, ci sarà sicuramente da spingere!
Con quella moto così pesante e soprattutto alta sarà dura passare indenni!
Bè, allora parto e speriamo in bene, seguo la linea preventivata, in uscita dalla controcurva punto sul tratto che delimita il bosco, mi appoggio sulla terra e di slancio superando pietre e radici sparisco dalla loro vista e alla fin fine con qualche difficoltà arrivo fin sulla traccia che percorre la cresta, dove finalmente mi fermo e aspetto all'ombra.
Ma se stato bravo, abbiamo sentito il rombo che pian piano si affievoliva e poi più nulla, allora sarà arrivato.
Sei il tracciatore, vai avanti!
La mulattiera alterna tratti nei prati molto sassosi a tratti nel bosco fitto dapprima di latifoglie, poi salendo si trasforma in pineta, dove è molto semplice proseguire e sentire i profumi del bosco.
Finalmente arriviamo in un tratto di cresta e davanti a noi si apre uno scenario sulle valli sottostanti, peccato per una leggera foschia sul lontano fondovalle che non permette di godere appieno del paesaggio!
Siam fermi all'ombra quando vediamo arrivare un solitario con un Africa Twin dalla parte opposta e ci fermiamo a fare quattro chiacchiere e scambiarci le impressioni sul percorso, arrivava dal Monte Chiappo.
Proseguiamo, superiamo vari cancelli che delimitano le zone di pascolo di mucche e cavalli, percorrendo tracce sia in salita che in discesa con pendenze accentuate e arriviamo al Pian della Seppa.
Sosta e consulto su cosa fare, il programma iniziale prevedeva di scendere a Bruggi, risalire la parte opposta della valle e scendere verso le Capanne di Cosola, ma i morsi della fame cominciavano a farsi sentire, così decidiamo di proseguire verso la cima del Monte Chiappo, dove c'è un rifugio, nella speranza di trovare qualcosa da mettere sotto i denti!
Spinti dalla fame, saliamo le tracce che portano sulla cima con baldanzosa determinazione.
Il Monte Chiappo è una cima isolata di quasi 1.700 m di quota che fa da spartiacque tra 4 valli, e domina la costira che abbiamo percorso.
Il sole è cocente, quindi entriamo nel rifugio, dove una frescura ci corrobora e ci offre la possibilità di mangiare e bere a prezzi contenuti.
Si scambiano anche quattro chiacchiere con il gestore e ci si informa sui percorsi della zona, da lui percorsi, e consigliati e su quelli che potrebbero essere il nuovo campo di avventure.
Ragazzi, non so voi, ma per me oggi ho già dato, anche se ci sarebbe una traccia che porta al Santuario del Bocco che mi piacerebbe visitare.
Su consiglio del gestore, scendiamo verso la strada asfaltata di pian dell'Arma lungo la pista da sci, discesa non facile perché con tornante in contropendenza con pendenze che mettono qualche timore, ma al fine ci siamo.
Cominciamo la discesa su asfalto e come al solito mi accorgo di aver superato la traccia di sterrato per il Santuario, decidiamo comunque di arrivarci attraverso la strada asfaltata.
Trovato il bivio percorriamo la stretta strada che con tornanti continui ci porta a questo posto idilliaco.
Il santuario si trova su un'ampia spianata con possibilità di parcheggio; troviamo Antonio, un volontario intento ad alcuni lavori di manutenzione, ci ci offre ospitalità, offrendoci le fresche acque delle sorgenti che ivi vi sgorgano e anche un corroborante caffè.
Il luogo induce alla calma e alla tranquillità, e dopo ampia sosta, bisogna abbandonarlo per rientrare verso le nostre dimore.
Percorriamo gli ultimi chilometri per raggiungere Varzi, dove le nostre strade si divideranno, Norton verso Pavia e noi verso Castel S. Giovanni.
Foto di rito e soddisfazione della bella giornata trascorsa assieme e poi ognuno per la sua strada.
Ritornando verso casa, percorso obbligato, Varzi, Zavattarello, Caminata, ma poi decido di variare il percorso e risaliamo verso Stadera e Tassara, una stradina che risale la collina tra boschi e prati coltivati illuminati dalla luce del sole che sta tramontando e che sfavillano di un bel colore oro.
La strada è stretta tutta a curve con fondo generalmente buono e con traffico inesistente e alla fine ridiscendiamo a trevozzo dove riprendiamo la principale verso casa.
Per le foto occorre aspettare quelle di Norton, perché mi ero dimenticato la macchina fotografica a casa.