Giornata libera da impegni. Sole caldo e aria fresca. Ideale per un giro.
Moto che ammiccano nel box. La mia Guzzi e la mia "Gengiva" scalpitano per un giro. Ma devo scegliere! tutte e due non riesco a guidarle...
Scelgo il Gengiva. La Guzzi oggi riposa. Non se la prenderà. Sa che prima o poi toccherà anche a lei.
E' Mezzodì. Quali sono le mie intenzioni? Seguire le vecchie strade famigliari che, negli ultimi vent'anni mi hanno portato lassù, tra le cime dell'Oltrepò Pavese. Le stesse percorse ogni volta che ho desiderato andare a zonzo tranquillo per diluire i miei pensieri in splendidi e famigliari panorami. In quei luoghi mi è sempre sembrato di essere a casa più che in qualunque altro posto.
Raggiungo le prime colline attorno a Salice Terme, dopo essermi lasciato alle spalle chilometri di campagne dove, il motore del Gengiva ronzava a ritmo perfetto come un calabrone.
Mi lascio alle spalle Varzi, meta classica per i biker pavesi e milanesi. Raggiungo il Passo del Brallo. Quante volte sono passato di qui per raggiungere la Val Trebbia! Quante volte mi sono fermato per un gelato, un caffè o per mangiare pane e salame accompagnato da un buon rosso.
Dirigo la prua del Gengiva verso Cima Colletta. La strada in alcuni punti si fa ripida. il Gengiva arranca, morde l'asfalto e sputa i sassi più indigesti. passo la Cima a 1400 metri di quota ed ancora una volta mi faccio rapire dai ricordi davanti al vecchio albergo, purtroppo chiuso, posto appena dopo il Rifugio Nassano. Qui, nel 2001, insieme ad Eleonora, passai alcuni giorni al fresco ed un capodanno divertentissimo aiutando alcuni amici che lo gestivano.
Seguo la strada che s'infila tra i boschi. L'aria fresca rallegra il mio spirito ed accarezza le alette di raffreddamento del cilindro del Gengiva.
Arrivo Passo del Giovà lasciandomi alle spalle panorami incantati che nulla hanno da invidiare alle care Alpi. Paesaggi che sembrano eterni, maestosi. Chissà quante storie potrebbero raccontare? Chissà quante persone hanno visto passare?
Scatto una foto.
Decido di scendere a Pey, piccolo e sperduto paesino dove spero di trovare Domenico con la sua famiglia, i gestori dell'unica trattoria. I miei genitori li conoscono da sempre e Domenico è originario del posto.
Sono fortunato! lì trovo e passo con loro un ora tra chiacchiere, discorsi seri, risa e pettegolezzi, accompagnati da un paio di caffè. E' stato un piacere ritrovarli! Ho fatto bene a seguire la stretta strada per Pay.
Sono le 16 quando decido di ripartire. Salgo verso Pian del Poggio e raggiungo Pian dell'Armà. Il Gengiva è in fibrillazione e un po' lo sono anch'io. Questi luoghi sperduti sono stati teatro di uno dei nostri primi grandi giri. Io avevo 17 anni. Il Gengiva qualche chilometro meno.
Quante volte sono passato di qui, persino di notte in un paio di occasioni! Il Gengiva, il mio Guzzi V35C, la mia K100 e la mia Caly. tutte le mie moto hanno percorso queste strade. Ricordo quella volta che sali con la nebbia. La volta che fui sorpreso da un bruttissimo temporale e tutte le occasioni che quassù trovai la neve ai lati della carreggiata. E come si fa ha dimenticare quella lepre là! Quella che sbuco fuori all'improvviso e per poco non mi fece rovinare a terra per evitarla. Che spavento!!!
Scendo lentamente. Il Gengiva si lascia trasportare dalle pendenze. Assaporo curva dopo curva questi luoghi remoti. La strada è peggiorata parecchio: Buche, frane, ghiaino. Ma non so perchè mi sembra di sentire sulla pelle una strana magia che riempie il cuore ed incornicia una giornata fantastica sulle strade di questi luoghi per me unici. Lasciatemelo dire e non prendetevela: Queste sono le strade di First!
IL Vecchi albergo su al Colletta
La perfezione!!!!